giovedì 11 marzo 2010
FUORI DUE
Che il calcio In Italia fosse diventato mediocre lo si era capito da un pezzo; che le prospettive per il futuro fossero tutt'altro che rosee anche. Non stupiscono quindi le eliminazioni dalla Champions di Fiorentina e Milan avvenute contro 2 squadre semplicemente più forti (qualcuno obietterà sul Bayern Monaco, ma nè Milan nè Fiorentina hanno in squadra Robben e Ribery). Ora, affinchè il campionato italiano non si veda levare dalla UEFA, tra un anno, una squadra dalla manifestazione (passando a 3 dalle attuali 4) a vantaggio di quello tedesco, ci toccherà fare il tifo per l'Inter impegnata a Londra settimana prossima (ma io non credo lo farò!).
Se la Fiorentina ha il mezzo alibi del furto subito in Germania per opera dell'arbitro Øvrebø e del suo guardalinee (al ritorno però è stata in vantaggio e qualificata per 3 volte, sprecando tutto con le proprie forze, senza interventi esterni), la squadra più titolata al Mondo (con il proprietario miglior Premier degli ultimi 150 anni, il suo fantasista miglior trincatore di tutta la Milano da bere e l'amministratore delegato miglior sosia italiano di zio Fester della Famiglia Addams), è stata buttata fuori a calci senza se e senza ma.
Se dopo la partita d'andata sembrava quasi che il risultato fosse invertito, che non gli inglesi, ma i milanisti, avessero vinto 3-2 in trasferta, visti i proclami di vittoria per il ritorno di dirigenti, allenatore e maggior parte dell'opinione pubblica, la partita di Manchester non è stata nè più e nè meno di ciò che la logica suggerisse: una passeggiata. Quando una squadra fortissima, che negli ultimi 3 anni in questa competizione è uscita una volta in semifinale (contro un Milan stellare) e ha fatto 2 finali consecutive di cui una vinta, ne incontra un'altra che in estate ha sostituito il suo giocatore più forte (Kakà) con una mezza pippa (Huntelaar) ed è infarcita per lo più di vecchie glorie, ex giocatori e qualche giovane scarso, il risultato non può essere che zero possibilità di passare il turno e seri rischi di essere umiliati.
Siamo ora in attesa di vedere come reagirà la squadra in campionato (se conserverà o meno il secondo posto più che altro, perchè vincere lo scudetto è ancora più utopico che battere il Manchester) e soprattutto come reagiranno il patron e la società, se negheranno come al solito il problema, rifugiandosi nel ricordo di un recente e glorioso passato per giusticare un presente mediocre o capiranno che senza un vero progetto e senza spendere denaro la situazione può solo peggiorare.
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