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venerdì 26 marzo 2010

SHUTTER ISLAND: RECENSIONE


Siamo nel 1954 e due agenti federali si recano su un'isola (Shutter Island) per investigare sulla scomparsa di una folle omicida detenuta presso l'istituto psichiatrico Aschecliffe. Fin da subito si nota qualcosa di strano in quanto il direttore dell'istituto e vari infermieri sostengono che la paziente si sia improvvisamente dileguata dalla sua stanza chiusa a chiave. Un uragano costringerà i due agenti a rimanere sull'isola più del dovuto e inizieranno degli avvenimenti incredibilmente strani.

Un film affascinante, bello, avvincente e al tempo stesso angosciante. Questi sono i principali aggettivi per descrivere questa pellicola. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non è un film con la presenza di spiriti e fantasmi, ma si basa principalmente sulle allucinazioni prodotte dalla mente umana. La trama è davvero ben ingegnata, mai banale, che tiene lo spettatore sempre attento e con quello stato di angoscia che caratterizza gran parte del film, grazie a ripetuti giochi psicologici e colpi di scena. E' così articolato da porre un punto interrogativo sul film stesso, il quale si appresta a diverse interpretazioni. Uno dei migliori film del genere; la sua visione e comprensione totale necessitano di un attenzione ai particolari maniacale. La recitazione di Di Caprio è perfetta (come del resto avviene nei suoi ultimi film), nonostante quella faccia da eterno ragazzino di Titanic che sembra non si addica troppo a certi ruoli.
Insomma un thriller psicologico davvero ben fatto, con un finale davvero interessante...da vedere.

ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO

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